La prerogativa dell’industria 4.0 è senz’altro quella di apportare innovazioni tecnologiche e, di conseguenza, miglioramenti nel processo produttivo di una qualsiasi azienda, snellendo la catena e facilitando ogni tipo di operazione, senza che questo comporti nessuna dispersione in termini di “resa” ma piuttosto vantaggi, sia dal punto di vista qualitativo che, ovviamente, economico. Ebbene, la quarta rivoluzione industriale diventa peculiare in molti aspetti che riguardano l’azienda, compreso il cloud, dato l’industria 4.0 punta proprio ad una migliore gestione della “mole di dati”.
Da quando le imprese sono entrate nell’ottica dell’industria 4.0 e del concetto di innovazione, i dati sono diventati sempre più importanti, fino a rivestire un ruolo praticamente decisivo nel processo produttivo. In realtà, essi venivano raccolti anche in passato, ma mancavano gli attuali strumenti che permettono di processarli nel migliore dei modi: spese troppo alte e tecnologie ancora piuttosto arretrate impedivano di sfruttare appieno le grosse potenzialità dei dati.
Oggi, invece, destreggiarsi con i dati e, soprattutto, ricavarne informazioni decisive per aumentare la qualità e il profitto della propria azienda è senz’altro più agevole. Una multinazionale svolge questa operazione con grande semplicità, benchè le tecniche moderne permettano anche alle aziende più piccole di trarre un certo vantaggio, entrando in contatto con una mole così importante di dati da poter poi elaborare delle strategie di business particolarmente pertinenti ed efficaci.
E’ proprio in tal senso che il cloud computing si rivela la miglior tecnologia smart per svolgere tutta una serie di operazioni quali la gestione, il supporto e l’archiviazione di dati, a prescindere da quale settore produttivo provengano. Ne è una prova il fatto che negli ultimi tempi il cloud sta trovando spazio anche all’interno del settore manifatturiero: l’interconnessione tra persone che utilizzano sempre più dispositivi (smartphone, ma anche tablet e wearable) fa sì che la trasmissione di informazioni avvenga costantemente, arrivando a creare una mole consistente di “Data”: ecco perchè servono strumenti che sappiano gestirli ed elaborarli al meglio.
Ma in quali casi il cloud viene integrato a livello produttivo? Prima di tutto per il backup, che elimina la necessità di spostare fisicamente un supporto – sia esso un nastro, o un disco – al di fuori della sede aziendale a scopo precauzionale. Inoltre il cloud risulta particolarmente importante anche nell’utilizzo dei pannelli di controllo e di gestione, come ad esempio i sistemi ERP o quelli che tengono accuratamente sotto monitoraggio i prodotti antimalware. Il cloud computing può quindi giocare un ruolo decisivo all’interno dell’azienda, distinguendosi come sistema di gestione delle risorse, e non è certo un caso se la maggior parte delle imprese si sta dotando del cosiddetto multi-cloud: stando ad una recente indagine, entro il 2020 il 90% delle aziende avrà abbandonato le operazioni con un singolo provider.
I vantaggi che derivano da questa scelta sono molti. Il primo è, ovviamente, la libertà di scelta che un singolo cloud provider non consentirebbe. Ma non si può non considerare anche la maggiore sicurezza, dato che un sistema multi-cloud rende molto più difficili gli attacchi informatici; infine, ed è un dettaglio altrettanto importante, va sottolineata l’ottimizzazione del rapporto tra costi e prestazioni. Tuttavia i rischi ci sono e sono innegabili, tanto è vero che spesso si rinuncia ad adottare un multi-cloud proprio per evitarli, nonostante le larghe garanzie dettate dalle tecnologie sempre più innovative.
Spesso, infatti, il procedimento di migrazione avviene in forma piuttosto caotica, senza che alla base ci sia una progettazione seria e ben definita, magari sottostando alle pressioni di alcune funzioni aziendali. Questo può rappresentare un rischio molto serio, in quanto faciliterebbe la formazione di infrastrutture parallele che diventerebbe molto difficile gestire da una struttura centrale. Va detto che, rispetto ad una ventina d’anni fa, la migrazione avviene per gradi, con provider adeguati ad accogliere l’infrastruttura “parte per parte”. Chiaramente servono persone molto esperte e qualificate, che sappiano svolgere l’operazione con la massima affidabilità e che garantiscano anche altissimi standard di prestazione e sicurezza.