Da una ventina d’anni a questa parte sta prendendo sempre più piede il concetto di Internet of Things
(IoT), un termine introdotto alla fine degli anni ’90 per definire degli oggetti materiali collegati tra loro da una struttura virtuale, ovvero Internet. In sostanza, si tratta di tutta una serie di dispositivi digitali, come ad esempio quelli elettronici per l’intrattenimento ma anche quelli “casalinghi” come gli elettrodomestici, capaci di raccogliere ogni tipo di dato sull’utente e su come lo stesso li utilizza, senza trascurare l’ambiente di riferimento. Tutti questi dati vengono poi elaborati per offrire al cliente finale un servizio intelligente e adeguato alle rispettive esigenze. Internet of Things (IoT) fa esattamente questo, ovvero raccoglie ed elabora dei dati per ottimizzarli.
Ma quali sono i vantaggi reali garantiti dall’Internet of Things? Anzitutto, come detto, l’aumento dell’efficienza del prodotto finale, non soltanto dal punto di vista energetico. Ma ciò che fa davvero la ‘forza’ dell’IoT è la capacità di rendere la vita più facile al consumatore. Ad esempio, un frigorifero “intelligente” può consigliare questa o quella ricetta basandosi sugli alimenti presenti all’interno dell’elettrodomestico e sulle informazioni che riguardano l’utente, reperibili anche tramite i social network. Un esempio che ci aiuta a capire come l’Internet of Things negli ultimi anni abbia registrato un aumento considerevole praticamente in ogni ambito, compreso quello industriale.
Internet of Things è infatti uno dei concetti più dibattuti quando si affronta l’argomento dell’Industria 4.0, ovvero la nuova “rivoluzione” che si basa sul collegamento su rete digitale di persone, macchine e prodotti con lo scopo di rendere la produzione sempre più efficiente, andando ad individuare gli eventuali ostacoli nelle varie fasi del processo produttivo, così da intervenire per risolverli. L’industria 4.0 si basa ovviamente su macchinari ultramoderni, tutti connessi tra loro, che permettono di raccogliere una quantità straordinaria di big data che verranno successivamente analizzati e utilizzati per elevare sempre più la struttura qualitativa dell’azienda.
L’industria 4.0 è nota anche come Industrial Internet of Things (IIoT), e spesso si fa confusione con l’Internet of Things. In realtà ci sono delle differenze evidenti, a cominciare dall’obiettivo finale: l’Internet delle cose ha come focus il prodotto, mentre l’IIoT si concentra sull’ecosistema della produzione industriale. L’aumento della connettività permette di raccogliere una quantità enorme di dati da archiviare nei vari cloud, il tutto a grandissima velocità: qui avviene la trasformazione in big data, che vengono appunto utilizzati non solo per migliorare il processo produttivo (eliminando gli sprechi e riducendo i costi, ndr) ma anche per aumentare sempre più le condizioni di sicurezza dei lavoratori in ogni comparto.
In sostanza, l’Industrial Internet of Things permette ad un dispositivo intelligente di avere più connessioni allo stesso tempo e pertanto ottenere (e successivamente elaborare) una quantità di dati decisamente superiore. Inoltre i dispositivi che si basano sull’IIoT hanno anche dei vantaggi considerevoli, dato che riescono a resistere anche in condizioni estreme come l’immersione in acqua o le temperature molto alte. Non solo: i dispositivi IIoT sono anche caratterizzati da batterie che garantiscono una notevole autonomia, in quanto sono spesso situati su grandi macchinari e risultano di difficile sostituzione per la manodopera umana. Tuttavia, per essere all’altezza delle sfide proposte dall’Internet Industrial of Things è opportuno porre l’accento su una serie di priorità, che vanno dai Sistemi IT (come ad esempio la logistica delle informazioni e lo sviluppo di software per computer ad elevate prestazioni, ndr) ai Sistemi di comunicazione.
Ma un altro aspetto che può comportare problemi per l’IIoT è certamente la sicurezza. Seppure l’Internet Industrial of Things, a livello di sicurezza informatica, è dotato di standard che offrono più garanzie rispetto all’IoT, il cyber attacco è sempre dietro l’angolo: i dati in rete hanno sempre un indice di vulnerabilità e non possono mai essere considerati sicuri al 100%. Servono quindi delle soluzioni appropriate per arginare il pericolo, che possono consistere ad esempio nello sviluppo di sistemi IT sicuri e verificabili, nei nuovi approcci nell’analisi e nella validazione dei sistemi IT, nell’identificazione dei punti deboli e nella comunicazione quantistica per lo scambio sicuro dei dati.
L’Industrial Internet of Things è ancora in una fase di “work in progress”, ma ormai la strada è tracciata.