L’industria 4.0 è ormai parte integrante in molti campi che stanno assimilando le tante innovazioni apportate dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale, per godere degli indiscutibili vantaggi sia a livello organizzativo che qualitativo. Quella che fino ad una decina di anni fa veniva inizialmente individuata come Internet of Things, con tanti aspetti ancora da scoprire e testare, si è ormai largamente diffusa nel settore industriale, tanto che spesso viene chiamata Internet of Industry. Si tratta di un approccio volto alla piena automazione e alla convergenza tra hardware e macchine, con l’inserimento della robotica: il tutto per cercare di raccogliere più dati possibili (Big Data) che sappiano orientare l’azienda verso un processo produttivo praticamente scevro da colli di bottiglia ed errori, con un conseguente innalzamento dello standard qualitativo del prodotto.
Chiaramente, con questo stravolgimento in corso rispetto ai metodi di produzione, è necessario che l’intera organizzazione aziendale sia sufficientemente preparata per accogliere i cambiamenti dettati da questa “rivoluzione” e farli fruttare. Il marchio ha bisogno di implementare dei processi logistici che sappiano rendere l’industria 4.0 davvero efficiente e innovativa: solo in questo modo l’azienda potrà compiere il vero salto di qualità, andando così a competere in un mercato sempre più difficile.
Ma su quali aspetti è opportuno che intervenga quella che possiamo definire la logistica 4.0? Anzitutto, per stare al passo con le sfide del marketing, serve aumentare i “giri” del motore: servono dei sistemi di inter-connessione sviluppati in campo informatico, tecnologico ed ingegneristico, che consentano all’azienda di velocizzare nettamente i propri processi, specialmente in quelle aree logistiche che giocano un ruolo fondamentale: stiamo parlando in primis della logistica di produzione, ma anche del magazzino distributivo e della consegna al consumatore finale, dato che gli ordini devono viaggiare alla velocità della luce con un monitoraggio costante.
Il primo passo è ovviamente l’automazione, che rende tutto più “facile e veloce”. Ma non basta: per far sì che i processi logistici risultino davvero efficaci, è necessario che l’azienda si doti di sistemi di integrazione eccellenti, in grado di far “dialogare” quasi alla perfezione i gestionali e le soluzioni automatizzate. D’altronde, come segnalato da molte indagini, i marchi che hanno un sistema di integrazione molto ben funzionante riscontrano un’efficienza aumentata del 25-30% circa.
E’ proprio in questi casi che si parla dell’importanza dei “flussi”, che rivestono un ruolo importantissimo all’interno dell’industria 4.0: i percorsi, i processi produttivi della merce e le destinazioni devono essere interessati da innovazioni che non riguardano esclusivamente l’aspetto tecnologico, ma anche e soprattutto quello logistico e sistemico. Nella maggior parte dei casi, le aziende scelgono di dotarsi di software all’avanguardia per ottimizzare i processi di intralogistica. Impiegando adeguatamente questi software, l’azienda è in grado di monitorare e controllare in maniera costante tutti i vari processi produttivi della manifattura.
Lo stesso discorso avviene per qualsiasi operazione che riguardi l’immagazzinamento dei dati, indispensabili per portare a compimento adeguatamente le varie attività di un’azienda: un’organizzazione, infatti, può servirsi di un sistema informatico basato su specifici software che sono responsabili della supervisione dei dati stessi e dalla protezione dalle probabili alterazioni esterne.
Per non farsi trovare impreparati di fronte ad un’evoluzione delle logiche di un mercato sempre più rapido e frenetico, è quindi opportuno che l’azienda abbracci con convinzione la logistica 4.0 e l’interconnessione tra macchine, dispositivi, sensori e persone. E’ solo tramite l’integrazione di questo tipo di tecnologie che la logistica può essere davvero definita “rivoluzionaria” e garantire così importanti benefici sotto molti aspetti. Non solo il miglioramento dei processi logistico-produttivi e l’ottimizzazione dell’interazione uomo-macchina, ma anche un efficientamento energetico e una valorizzazione delle risorse umane, senza dimenticare una netta riduzione dei costi, dettaglio tutt’altro che superfluo.