L’industria 4.0, tra i vari benefici che apporta alle aziende del comparto agroalimentare, favorisce la sostenibilità.
Negli ultimi vent’anni, equivale a dire dall’inizio della globalizzazione, numerosi fenomeni economico-sociali stanno influenzando il sistema agroalimentare. In particolare vi è sata una maggiore intensificazione, specializzazione e una corsa all’approvvigionamento estero oltre alla concentrazione o omologazione della produzione e del consumo del cibo.
Quello agroalimentare è senza dubbio un sistema molto complesso che si suddivide in sottosistemi caratterizzati ciascuno da un proprio modo di produrre, trasformare, distribuire e consumare lungo la catena di fornitura, la quale viene chiamata Agri-food supply chain (Afsc).
Le Afsc sono delle reti organizzate composte da agricoltori, trasformatori, grossisti, trasportatori e dettaglianti che collaborano tra loro per portare gli alimenti dal produttore al consumatore finale.
Le fasi in cui si articola la filiera sono tutte collegate tra loro, per questo il loro coordinamento è tutt’altro che semplice. Esse gestiscono i flussi di risorse, materiali e informazioni. Vi sono alcune differenze tra la filiera lunga e quella corta. La filiera lunga si compone di più soggetti per la produzione, lavorazione, confezionamento e vendita ed opera creando un’economia globale, coprendo un’ampia superficie geografica fino ai contesti urbani. La catena corta, al contrario, presenta attori e fasi limitati, sviluppo e copertura locali e relazioni sociali limitate tipiche delle comunità rurali e isolate in cui il produttore vende la propria merce direttamente al consumatore.
L’agroalimentare nell’era della digitalizzazione
Le Afsc stanno subendo una progressiva evoluzione grazie al progresso tecnologico e ai cambiamenti sociali che stanno investendo il mondo contemporaneo. Trasformazioni rapide, che coinvolgono per la maggior parte i Paese a basso e medio reddito, che spesso comportano maggiore interazione tra le diverse catene ampliando il loro raggio d’azione. L’impatto delle Afsc è sia sull’ambiente sia sull’economia e sulla società dei territori, per questo numerosi studi si sono occupati di esse elaborando possibili strategie di ottimizzazione.
La quarta rivoluzione industriale sta incidendo su tutti i settori industriali, primo tra tutti quello manifatturiero con la nascita delle smart factories e l’abilitazione di catene di fornitura intelligenti. Le tecnologie abilitanti sono molteplici: Internet Of Things (IoT), cloud, fog computing, big data analytics, tutti strumenti di recente introduzione che trainano la digitalizzazione.
Anche il settore agroalimentare sta abbracciando il paradigma 4.0 per collegare il mondo fisico con quello virtuale. Grazie ai big data analytics, ad esempio, le performance delle Afsc aumentano, rendendo le aziende più competitive. Le analytics hanno l’obiettivo di valorizzare l’enorme mole di raccolti. L’IoT, invece, grazie alla raccolta e all’analisi delle abitudini e dei gusti del consumatore, favorisce lo sviluppo di un alto livello di personalizzazione dei prodotti per andare incontri ai bisogni della clientela.
Altre tecnologie come robotica, nanotecnologie, intelligenza artificiale, apprendimento automatico, produzione di energia sostenibile, sono fondamentali per efficientare e migliorare la qualità dei prodotti agroalimentari. Infine vanno sottolineati gli aspetti riguardanti l’etichettatura, la certificazione dei dati e la produzione additiva, che trovano sempre maggiore spazio in questo comparto.
Con l’Industria 4.0, l’agricoltura migliora molti dei suoi aspetti caratterizzanti diventando una vera e propria industria con un alto livello di contenuto tecnologico e la creazione di nuovi modelli di business.
La digitalizzazione viene spinta da un lato il paradigma 4.0 e dall’altro esigenze sempre maggiori di controllo dei processi per garantire sicurezza, varietà e qualità degli alimenti.
Nel settore agroalimentare, a differenza di quello manifatturiero, l’innovazione di processo è maggiore di quella di prodotto e ciò favorisce l’ottenimento di una posizione di leadership sul mercato con miglioramento di qualità e quantità di prodotti non scalabili.
ISI offre un valore aggiunto alle aziende del settore, operando come consulente e fornitore di software volti a diminuire il tempo di produzione e risparmiare le scorte, ottimizzando le linee di sviluppo con progetti che possono essere finanziati. Per l’Europa l’agroalimentare è un settore strategico, che va rafforzato attraverso la digitalizzazione e per questo, da qualche anno, stanzia numerosi incentivi volti a favorire questa transizione.
Le soluzioni ISI sono finalizzate all’efficientamento dei processi produttivi, al controllo delle certificazioni di qualità e al miglioramento della supply chain nel settore agroalimentare.