Lo “smart working” è un’importante ancora di salvezza per quelle attività, come la nostra, in cui una parte rilevante del lavoro si svolge con una tastiera ed uno schermo da PC.
Secondo International Data Corporation (prima società mondiale specializzata in ricerche di mercato, servizi di consulenza e organizzazione di eventi nei settori ICT e dell’innovazione digitale) “la pandemia di Coronavirus (COVID-19) e le misure messe in atto per frenare la diffusione della malattia influenzeranno profondamente il mercato tecnologico europeo. In uno scenario dinamico come quello attuale, in cui non vi è ancora completa certezza dell’impatto della pandemia, gli analisti prevedono che gli investimenti delle aziende europee nelle tecnologie diminuiranno dal 2,8% all’1,4%”.
Gli analisti di IDC indicano due possibili scenari. Nel primo, visto dagli esperti come il più probabile, la diffusione del virus COVID-19 che causa la malattia, sarà sotto controllo nelle prossime settimane. Il secondo, più pessimista, prevede un effetto domino incontrollato su scala globale.
IDC chiarisce che, nello scenario più probabile, il mercato tecnologico europeo non raggiungerà un rallentamento simile a quello della crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, si prevede che il mercato dell’hardware sarà il più interessato a causa delle restrizioni imposte dai governi e dalla riduzione della produzione.
I servizi nell’area tecnologica saranno influenzati dal rinvio e dal rallentamento dei progetti. Gli analisti stimano però che l’impatto sui mercati delle telecomunicazioni e del software non sarà così forte, con alcuni fattori positivi che potrebbero mitigarlo. Ad esempio, la crescente necessità di lavorare in remoto potrebbe creare opportunità nel settore, nonché nella sicurezza informatica.
Non tutte le aziende hanno la stessa maturità digitale. Le piccole avranno probabilmente difficoltà economiche che scoraggeranno nuovi investimenti aumentando ancora il “digital divide” con le aziende più evolute, quelle più solide si renderanno conto che per garantire produttività anche in modalità “smart working” può essere necessario supportare meglio il nuovo paradigma operativo, sia per il fatto che questa situazione non è chiaro quando volgerà al termine sia perché non è noto quando si replicherà (il se appare pleonastico).
Il futuro va predisposto ora ed appartiene a software WEB based, come il nostro MES, nato ben 17 anni fa.
Chi sta operando ora da remoto sente sicuramente l’esigenza di piattaforme intrinsecamente collaborative. Mi riferisco alle centinaia di fogli Excel su cartelle condivise in cui mi sono imbattuto nella mia carriera: una cosa è aprirli in azienda, un’altra è farlo usando la connettività di casa.
Quindi è ragionevole pensare che ci sia una domanda di innovazione incentivata da questa precaria situazione. Ma quali sono i fronti più rilevanti su cui innovare una piattaforma MES?
- La generazione automatica delle informazioni: se gli impianti sono interconnessi e possono generare informazioni in autonomia è ridotta la necessità di interazione umana e il funzionamento completamente presidiato.
- La condivisione: il sistema deve presentare dati aggiornati.
- La sintesi: ci sono situazioni emergenti e dati più importanti di altri, capire le situazioni e presentare i dati sinteticamente deve essere una caratteristica intrinseca di qualunque sistema.
- La fruibilità: si può non essere in azienda e non avere un PC a disposizione, ma quasi sicuramente si avrà a disposizione uno smartphone
- Un efficace sistema di notifiche: gli eventi importanti vanno segnalati e probabilmente non si dovrebbero mischiare con le centinaia e-mail che già riceviamo.
Queste sono le linee guida che renderanno un software MES compatibile con il presente e pronto per il futuro.
ISI è impegnata nel processo di innovazione dei propri prodotti per sostenere i propri clienti con soluzioni sempre più moderne ed efficaci perché le aziende cambiano e deve cambiare anche il software che le supporta.