L’osservatorio sull’intelligenza artificiale dell’ANSA ha giustamente enfatizzato il lancio di un nuovo prodotto da parte di SONY. Si tratta di due sensori di immagine “intelligenti”.
Questo è il link all’articolo completo di Alessio Jacona uscito di recente:
Per spiegare la grande innovazione, facciamo alcuni esempi.
Nel nostro territorio sono sparse lungo la rete stradale un certo numero di telecamere per il controllo del traffico. Queste telecamere inviano un flusso continuo di dati (stream) verso un server remoto che analizza le immagini fotogramma per fotogramma ed estrapola gli elementi di interesse (ad esempio la targa dell’auto). Questa tecnologia richiede una certa banda di trasmissione, una forte capacità di memorizzazione e di calcolo per estrapolare dall’immagine l’informazione che, ben si comprende, è solo un piccolo dettaglio rispetto alla mole di dati memorizzata. Per analogia, se immaginiamo in questa epoca dove è richiesto il distanziamento sociale la stessa videocamera impiegata in una piazza per il monitoraggio del numero delle persone presenti, stiamo di fatto utilizzando altra banda, altro spazio di memorizzazione, un altro algoritmo di intelligenza artificiale (AI) addestrato a contare le figure umane piuttosto che a riconoscere la targa.
Moltiplicando le videocamere e gli streaming necessiteremo di infrastrutture di trasmissione, di memorizzazione e di elaborazione sempre più potenti e costose.
Veniamo invece al nuovo scenario prefigurato da SONY attraverso il lancio dei sensori della serie IMX 500. Essi sono i primi ad ispirarsi alla filosofia Edge AI computing, che consiste nel portare l’hardware necessario a far girare algoritmi di AI addestrati ad elaborare le immagini il più vicino possibile alla fonte dati.
Cosa cambia? Estremizzando prendiamo la piazza dell’esempio precedente, in questo caso la videocamera elabora essa stessa l’immagine ed estrae il numero di presenti: questo è il dato che trasmette in rete, allo stesso modo potrà (forse oggi no, ma in futuro sicuramente si) estrarre il numero di targa e trasmetterlo.
Nella comunicazione SONY l’eloquente figura mostra che il formato di output è configurabile, si possono trasmettere dati e metadati oppure anche solo i metadati.
Perché è importante? Perché si evita la saturazione della banda e si può garantire una maggiore privacy delle persone: la loro immagine non lascia la telecamera per raggiungere il cloud ed essere analizzata.
Ultimo ma non per importanza: l’impiego di questa tecnologia si presta a comunicazioni legate non solo all’impiego di tecnologie Wide Band come il 5G, ma anche al loro opposto, ovvero la trasmissione su reti a banda ultra stretta come ad esempio quelle basate su tecnologia LoRaWan.
I.S.I sta partecipando, nell’ambito del RICT di Confindustria Piacenza, ad un progetto pilota basato su questa tecnologia che permette l’impiego di sensori geolocalizzati a bassissimo consumo progettati per inviare informazioni con esiguo uso di banda quali la misura dei livelli idrometrici, la temperatura, l’umidità del terreno, il livello di precipitazioni, il grado di inquinanti ecc.
Grazie a questa tecnologia si può costruire a costo contenuto una rete anche in zone problematiche (esempio collina o montagna) per una serie di servizi che vanno dal monitoraggio di situazioni ordinarie (l’umidità del terreno per ottimizzare l’acqua necessaria all’irrigazione delle culture agricole) o pericolose (il livello di un torrente, la manomissione di apparecchiature) attraverso sensori autoalimentati con batterie di lunga durata.
Ora, grazie a questa innovazione SONY, potranno essere utilizzate anche nuove fonti di informazione che daranno nuove prospettive all’impiego della tecnologia LoRaWan prima dell’introduzione massiccia della tecnologia 5G.
A breve un aggiornamento della sperimentazione.